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“Pratone” di Torre Spaccata. Corridoio verde o vicoletto?

Maggio 5, 2022 AmbienteUrbanistica

Stando alle affermazioni dell’assessore capitolino Veloccia è meglio che ci si prepari a un confronto duro che non sarà una passeggiata

Aldo Pirone – 15 Aprile 2022 (da Abitare a Roma)

L’assessore capitolino all’Urbanistica Maurizio Veloccia torna sul “Pratone” di Torre Spaccata a esporre le posizioni, crediamo, dell’amministrazione Gualtieri.

Lo fa con accenti che meritano attenzione e anche inquietudine. Intanto perché parte da quanto previsto sull’area dal Prg, dopo una battaglia contro la cementificazione condotta fra il 2003 e 2006 dai cittadini dopo un lungo processo partecipativo e di cui questo giornale dette ampio risalto. Infatti, quel “compromesso” onorevole era all’interno di un Prg dimostratosi complessivamente non consono alle esigenze di un nuovo sviluppo ambientalmente sostenibile, frutto di una politica compromissoria con la rendita speculativa, figlio delle infatuazioni liberiste allora dominanti che assegnavano alla mano invisibile del mercato speranze salvifiche che poi si sono dimostrate infondate.

Ragione vorrebbe che nel valutare gli interventi urbanistici su grandi aree di pregio ambientale e archeologico come il “Pratone” ci si rendesse conto che il quadro concettuale, almeno nelle parole, è oggi completamente diverso e opposto rispetto ad allora. Prima è intervenuto lo slogan “consumo di suolo zero”, in sé sacrosanto ma molto strumentalizzato dal solito marpionismo politico, poi, slogan sulla “rigenerazione urbana” giocata quasi sempre dai governanti per cementificare i territori. Adesso, anche perché costretti dai cambiamenti climatici e dai movimenti ambientalisti, in molti governi occidentali prevalgono concetti e progetti all’insegna della transizione ecologica e dello sviluppo economico sostenibile su cui è impegnato il governo Draghi e l’intera Europa. Quindi, sarebbe più che naturale mettere mano a una revisione generale del Prg – nella carta d’intenti della coalizione che ha candidato Gualtieri se ne parlava – traguardandola ai pensieri di oggi e non seguire per forza d’inerzia quelli sbagliati di ieri.

Per esempio l’assessore Veloccia dice, riguardo al “Pratone”, che “il progetto dovrà cogliere  gli obiettivi del piano regolatore stesso che sono quelli di una centralità. Ovvero la dotazione di servizi e collegare il quartiere di Torre Spaccata con quelli di Don Bosco, Cinecittà e Centocelle”. Come si sa, le “famigerate” centralità urbane e metropolitane sono lo scheletro del Prg. Una sua revisione dovrebbe partire proprio da quelle. In VII Municipio non c’è solo Torre Spaccata ma anche Romanina. Ma anche accettando il concetto di “centralità”, chi ha detto che una “centralità” debba per forza essere oggetto di un qualche intervento edilizio, buono o cattivo che sia, e non essere solo un parco archeologico e ambientale? E chi ha detto che solo l’edificazione produce lavoro e non anche l’ambiente?

Le cose vanno sempre viste nel merito dei contenuti che presentano, le astrazioni generaliste servono spesso a ‘intortarle’. E lasciamo stare, per carità di patria, quanto dice Veloccia sulla “terza via” fra speculazione e immobilismo, cioè la solita “trasformazione di qualità dello spazio urbano”, perché queste cose le abbiamo già sentite e risentite, solo che sono servite a coprire la speculazione più indecente. Per non avventurarsi tanto lontano basterebbe dare un’occhiata, in VII Municipio, all’ex deposito Stefer di via Appia. E veniamo se non ai dettagli almeno alle grandi linee esposte dall’assessore nell’intervista, perché Cdp, che è proprietaria dell’area del “Pratone”, un piano di assetto ancora non l’ha fatto e perché il progetto che prevede di destinare agli Studios di Cinecittà circa 20 ettari ancora non c’è.

Dunque, secondo l’assessore, 20 ettari dovrebbero essere lasciati agli Studios per “la costruzione di nuovi teatri di posa e un grande spazio non edificato” per “le riprese cinematografiche” rientrante nei 300 milioni previsti del Pnrr. Rispetto al “Museo del cinema” previsto nel 2003-2006, incluso nel progetto frutto di un largo processo partecipativo e popolare, siamo ben oltre. E poi, se come dice l’assessore, il Prg prevede 600 mila mc per 180.000 mq, questi pesi si esauriscono tutti nei 20 ettari e, quindi, solo per la costruzione dei teatri di posa? Perché se così fosse ci sarebbe la possibilità di una diminuzione delle cubature previste dal Prg. Perché escludere una bella variante al Prg in diminuzione delle cubature? O solo quelle in aumento sono ammesse? Inoltre, che significa “area non edificata” per le riprese cinematografiche? Aperta ai cittadini? Recintata da mura? Chiusa ai fruitori del futuro Parco? Sulle cubature non c’è da farsi illusioni, perché Veloccia, poi, parla dei servizi da costruire nel resto dell’area. E allora che resta del “Pratone”? Non certo la sua vocazione naturale a Parco archeologico e ambientale. Che senso ha, perciò, che Veloccia assicuri che ci sarà finalmente “un grande corridoio verde e fruibile che parta da Torre Spaccata e arrivi, superando la Togliatti, dentro il Parco di Centocelle”? Nessuno, perché il corridoio si ridurrebbe a un vicoletto.

Alla fine Veloccia dice che tutto sarà sottoposto alla partecipazione “obbligatoria” dei cittadini, in virtù, pensiamo, della delibera 57/06. Solo che questa partecipazione per essere vera e reale deve poter incidere sui piani e i progetti dell’amministrazione comunale. Altrimenti si fa solo “ammuina”.

Stando alle cose dette dall’assessore all’urbanistica è meglio che tutte le associazioni dei cittadini, i Cdq interessati e la Comunità Territoriale si preparino a un confronto duro che non sarà una passeggiata.

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