Conferenza urbanistica. Nel VII municipio il confronto con Caudo è ancora da fare

Gennaio 17, 2015 PoliticaUrbanistica

Le risposte che si attendono dal Campidoglio. La contraddizione da sciogliere fra il Piano regolatore e i “valori” del territorio

di Aldo Pirone – 13 gennaio 2015

L’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, uscito vivo dal rimpasto della giunta capitolina operato dal Sindaco Marino alla vigilia di Natale, si appresta, come già annunciato fin dalla primavera scorsa, a portare avanti il lavoro d’istruzione della Conferenza urbanistica cittadina da tenersi nei primi mesi del 2015 come si dice nel sito web del Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica.

comunità territoriale VII municipio 1

 

Il primo ciclo di questa preparazione è consistito in una serie di incontri con i cittadini, con i Comitati di quartiere e associazioni di varia natura, cioè con il mondo della partecipazione civica, avvenuta nei Municipi nel corso dell’anno appena trascorso per mettere a punto le cosiddette “carte dei valori” che, a parere dell’assessorato, “sintetizzano le qualità territoriali che devono essere preservate e valorizzate, gli obiettivi pubblici che s’intendono perseguire e le priorità concernenti gli interventi in ciascun Municipio”.

Nel VII municipio, come si sa e come questo giornale ha correttamente riportato il 23.9.2014, il metodo proposto dall’assessorato è stato contestato giacché di “carte delle buone intenzioni” se ne erano già elaborate diverse negli anni passati con le diverse amministrazioni succedutesi al governo del Campidoglio. I nomi sono cambiati ad ogni cambio di assessore, dalla “carta degli obiettivi” alla “carta dei bisogni” ma la sostanza è rimasta sempre quella: far sapere al sovrano quali erano i desiderata dei cittadini nel vuoto di elaborazione delle forze politiche locali e cittadine di maggioranza o di opposizione di cui, infatti, nessuno ricorda idee, programmi, proposte e quant’altro degni di rilievo.

Nel frattempo il sovrano procedeva alacremente, si fa per dire, a elaborare in circa nove anni, a far data dalla prima proposta dell’assessore Cecchini del 1999, regnante Rutelli, un nuovo PRG che in ossequio all’ossimoro del “pianificar facendo” nonché delle esigenze delle magnifiche sorti e progressive del mercato, ma in verità della solita rendita fondiaria, ignorava le istanze delle realtà partecipative, preferendo quelle dei soliti “Re di Roma”: i palazzinari romani da Caltagirone a Toti, da Bonifaci a Scarpellini, da Mezzaroma a Parnasi e via cementificando.  Le varie “carte”, nel frattempo, rimanevano, è il caso di dire, carta straccia.

Avendo alle spalle quest’amara esperienza i comitati e le associazioni del VII municipio, raccolte nella Comunità Territoriale, hanno mostrato una forte insofferenza di fronte alla richiesta di rispiegare all’assessorato ciò che avevano già motivatamente spiegato e richiesto non solo con documenti ma con sonore battaglie a Torrespaccata, a Cinecittà Est, a Romanina a Morena a Tor Fiscale. E anche se invece di “bisogni” venivano richiesti dei “valori” il punto che non era affrontato era sempre quello: cosa intendeva fare l’amministrazione Marino riguardo alla quantità e qualità degli insediamenti previsti dal PRG neoliberista e dei suoi strumenti attuativi nel territorio del VII municipio? Più che le solite domande per elaborare nuove “carte” i cittadini chiedevano risposte. Chiedevano cioè di sapere con numeri alla mano quante cubature, quali funzioni pubbliche e private, quanti residenti, quanti lavoratori di nuove aziende e uffici, quanti e quali servizi erano prevedibili nel medio periodo. Soprattutto nel territorio di là del GRA già sottoposto nei lustri passati a uno sviluppo urbanistico e commerciale abnorme senza qualità che invece di risolvere i problemi delle vecchie zone ex abusive si era sovrapposto ad esse aggravando di parecchio il deficit già grande di standard urbanistici.

E chiedevano di saperlo, scrisse in una lettera pubblica il coordinatore della Comunità Maurizio Battisti all’assessore Caudo, come conditio sine qua non (condizione imprescindibile) per continuare un confronto che fosse vero e non la solita “questua partecipativa”.

Sul punto dolente l’assessorato ha fornito, dopo una certa insistenza, una cosiddetta “carta attuativa” con la mappatura dello stato di avanzamento delle trasformazioni previste e con una quantificazione dei pesi urbanistici un po’ grezza e non completa non essendo manco l’assessorato ancora in grado di quantificare le variabili in aumento dei pesi urbanistici derivanti, per esempio, dal Piano casa regionale.

Per parlare di Conferenza urbanistica perciò, come riconosciuto nell’ultima riunione delle quattro programmate avvenuta il 27 ottobre, anche dai tecnici di “Risorse per Roma” che hanno seguito e cartografato le proposte – ovvero i “valori” territoriali, risorse ed obiettivi, da salvaguardare: zone di rigenerazione urbana, strutture pubbliche da salvaguardare, luoghi produttivi da rilanciare, infrastrutture di mobilità da realizzare, Parchi e aree verdi, percorsi ciclopedonali ecc. – che comunque diversi comitati e anche i singoli cittadini avevano reindicato, occorre per l’appunto procedere a questo confronto sulle politiche e sulle priorità che l’amministrazione intende attuare a cominciare dai Print.

Tutto questo va ben oltre le “schede” dei desideri con cui i funzionari di “Risorse per Roma” delegati all’uopo dall’assessorato di Caudo hanno costruito le “carte dei valori”.

Non a caso la Comunità Territoriale aveva ripresentato all’assessorato i suoi documenti densi di proposte concrete costruite sull’analisi delle trasformazioni-espansioni urbanistiche in corso nel territorio; non solo quello strettamente municipale ma, specificamente per ciò che riguarda la riconsiderazione delle “centralità urbane metropolitane”, dell’intero quadrante territoriale dalla Tiburtina all’Appia. Su questo complesso di proposte si aspettano le risposte dell’amministrazione capitolina.

La stessa Presidente del VII municipio Susanna Fantino, da parte sua, aveva in precedenza convenuto che la Conferenza urbanistica sarebbe stata tale solo partendo dall’incrocio fra le proposte dai cittadini con la “carta dei valori” e le previsioni attuative del PRG e degli strumenti urbanistici vigenti.

Era seguita l’assicurazione che a questo confronto in Municipio sarebbe venuto l’assessore Caudo. Nel sito web del Dipartimento, inoltre, è ribadito che “dopo la pausa natalizia, ulteriori incontri pubblici saranno finalizzati alla discussione – con la diretta partecipazione dell’amministrazione capitolina, di quelle municipali e dei cittadini – dei contenuti delle Carte dei Valori con l’obiettivo di individuare temi e priorità comuni ai diversi municipi. I risultati di questi incontri saranno acquisiti come materiali di discussione della conferenza urbanistica cittadina”.

Perciò i cittadini, i comitati, le associazioni e la Comunità Territoriale, per poter dire che c’è stata una Conferenza urbanistica in VII municipio, attendono in loco precisamente questo confronto nelle prossime settimane.

Che per essere aperto e vero deve vedere l’assessore Caudo disponibile a rimodulare il PRG in funzione dei “valori” che s’intendono perseguire nei singoli Municipi, sul piano cittadino e metropolitano e che, in poche parole, si sostanziano nella sostenibilità dello sviluppo basato sulla salvaguardia e messa in valore delle risorse del territorio, quelle culturali, paesaggistiche e storico-archeologiche; nonché nell’eliminazione del deficit esistente di standard urbanistici e dei servizi per un sensibile miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Per ora l’unico provvedimento arrivato dall’amministrazione comunale è stato quello della densificazione dei Piani di zona 167 di Romanina e Osteria del Curato su cui la contrarietà del territorio e del Municipio è stata bellamente ignorata.

In VII municipio la contraddizione fra il PRG rutellian-veltroniano, insieme al più recente “piano casa” regionale, e i “valori” del territorio è evidente. E’ una contraddizione che bisogna sciogliere con pazienza e determinazione per poter dire che da queste parti la politica urbanistica ha cambiato strada rimettendo al centro l’interesse collettivo e nelle mani pubbliche la politica per perseguirlo. Cioè che non si punta più, come vorrebbe la rendita fondiaria e speculativa, a stendere sul territorio un sudario di cemento dal GRA fino ai Castelli romani.

Tratto da Abitarearoma.net