“Pratone” di Torre Spaccata mon amour

Marzo 25, 2022 AmbienteUrbanistica

Intervista a Elio Graziani coordinatore della Comunità Territoriale del VII Municipio

Aldo Pirone – 25 Marzo 2022 (da abitarearoma.it)

L’area del “Pratone” di Torre Spaccata è tornata in queste settimane al centro dell’attenzione degli abitanti del VII e del V Municipio. Oggi è di proprietà della Cassa Depositi e prestiti. È un’area strategica dal punto di vista ambientale e storico-archeologico in continuità con il Parco di Centocelle. In passato è stata oggetto di memorabili battaglie da parte dei cittadini per renderla, unitamente al Parco dell’ex aeroporto, una sorta di Central Park per i quartieri densamente edificati (Don Bosco, Quadraro, Torre Spaccata, Centocelle), che vi gravitano intorno.

Il “Pratone” a distanza di vent’anni è rimasto così, recintato e inaccessibile ai cittadini, elemento di separazione invece che di congiunzione fra i quartieri di Torre Spaccata e di Piscine di Torre Spaccata e di Lamaro-Don Bosco. Così come monco e per gran parte inattuato è il Parco di Centocelle.

Nell’area del “Pratone” dovrebbero essere collocate anche delle strutture afferenti agli Studios di Cinecittà in attuazione a uno dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza interessanti Roma. La realizzazione di questo “Central Park” sarebbe un vero intervento strutturale che migliorerebbe la qualità della vita nella periferia sud-orientale e risarcitorio della sfrenata speculazione edilizia che ha devastato il  territorio.

Su questo problema abbiamo chiesto l’opinione e la posizione di Elio Graziani coordinatore della Comunità Territoriale del VII Municipio (di cui fanno parte la stragrande maggioranza dei Comitati di Quartiere e un numero consistente di associazioni). e alcune associazioni).

 

Torna in ballo la questione del “Pratone” di Torrespaccata. Oggi la zona fa parte del VII Municipio. Che ne pensa la Comunità Territoriale?

Il “Pratone” a suo tempo, siamo nel 2002, fu un momento fondativo della Comunità Territoriale. Lì, nel fervore dell’epoca mentre si discuteva del nuovo Piano regolatore, si sviluppò un fortissimo movimento partecipativo istruito dal Dau “Dipartimento di architettura e urbanistica) dell’Università La Sapienza diretto dal prof. Colarossi. I cittadini elaborarono un progetto compiuto attorno alla proposta del Comune di situare nell’area il Dams (Dipartimento di arti, musica e spettacolo dell’Università di Tor Vergata) e il Museo del cinema e una limitata cubatura edilizia. Quel progetto, che prevedeva fra l’altro il teatro nella valletta a ridosso di viale Togliatti, la preservazione degli impianti sportivi, un orto didattico a ridosso delle scuole di Torrespaccata e un bosco urbano, fu presentato come osservazione al Prg. In pochi giorni a sostegno della proposta si raccolsero più di 5.000 firme segno del forte interesse che il progetto riscuoteva da parte dei cittadini.

Che idea avevate dell’area?

Partivamo da due considerazioni fondamentali: l’area era la naturale prosecuzione del Parco archeologico di Centocelle (l’antico comprensorio SDO) e, quindi, dalla sua vocazione fondamentalmente ambientale e archeologica con le sue importantissime giacenza archeologiche. Il sito di Torre Spaccata era citato come rilevante all’inizio della storia di Roma dei Fratelli Fabbri editori. Nell’elaborazione del progetto del 2002-2003 i cittadini avevano previsto un ricongiungimento delle due aree attraverso in primis un interramento di viale Togliatti, in secundis con la creazione di un sovrappasso in attesa dell’interramento. Per noi il Parco di Centocelle e il “Pratone” ricongiunti avrebbero dovuto essere una sorta di Central park della periferia densamente edificata dei Municipi di allora: X, VIII, VI e VII.

Ci furono discussioni allora?

Altroché. Ci fu una vera e propria battaglia per non far aumentare le cubature edificatorie che avrebbero stravolto tutta l’area. La proposta iniziale di Prg era di 400.000 mc., e attorno a quella avevano lavorato i cittadini per più di un anno, che in fase di controdeduzioni fu inopinatamente portata a 1.100.000. All’inizio del 2006 i cittadini si mobilitarono in una manifestazione che durò due giorni. Incartarono letteralmente il “Pratone” con striscioni e cartelli. Alla fine il compromesso fu che le cubature complessive furono bloccate a 600.000 mc..

Oggi che ne pensate?

Noi partiamo sempre dalla vocazione archeologico-ambientalista del “Pratone”. Ovviamente pensiamo che il progetto allora elaborato dai cittadini vada aggiornato. Oggi, quello che viene proposto, è un rilancio di degli Studios di Cinecittà utilizzando i fondi PNRR di 300 milioni. Il 16 marzo scorso, in un incontro pubblico a cui hanno partecipato gli Assessori del Comune di Roma Veloccia e Alfonsi e altri esponenti Politici tra cui Della Portella e il Presidente del VII Municipio Laddaga, la Comunità Territoriale ha espresso interesse per un rilancio degli Studios per riportare “Cinecittà” all’importanza storica che ha avuto nel mondo. Pertanto le cubature previste vanno indirizzate a tale rilancio, ovviamente con strutture compatibili ambientalmente e che tengano conto che la parte a verde sia di utilizzo della cittadinanza. Questo dovrebbe comportare anche una riduzione delle cubature previste nel Prg. Vogliamo, però, che l’ “aggiornamento” del “Pratone” sia oggetto come 20 anni fa di un nuovo processo partecipativo dei cittadini, delle Associazioni  e dei Cdq interessati. Ma perché esso sia vero ed effettivo, Municipio e Comune ci debbono dire, fornendoci le carte necessarie, qual è il progetto degli Studios. Altrimenti si fanno solo discorsi campati in aria, buoni, come foglie di fico, per nascondere altre mire.

Verso via di Torre Spaccata sono state costruite delle abitazioni e altre sono in costruzione. Fanno parte dell’area di 64 ettari del “Pratone”?

Lo vorremmo sapere anche noi.