Visita Sindaco in VII Municipio

Ottobre 15, 2013 Politica

Sindaco Marino al mercato Torre Spaccata“Lo vedi ecco Marino…” si cantava a Roma per celebrare la sagra dell’uva nel ridente paesino dei Castelli romani. Martedì 10 settembre 2013 Marino, il sindaco non il paese, si è materializzato nel VII municipio. Ha fatto un giro in alcuni luoghi del nostro territorio: a palazzo Salaam nell’Università di Tor Vergata dove risiedono 1.200 rifugiati politici, a Piscine di Torrespaccata e poi alla Romanina accompagnato dalla Presidente del Municipio Susanna Fantino.

La visita si iscrive nel programma del nuovo Sindaco di andare un giorno a settimana, ha detto, nei quartieri della sterminata periferia romana per rendersi conto di persona dei gravi ed urgenti problemi che essa presenta. Non è il primo Sindaco che va in giro per Roma, prima di lui, per stare ai più recenti primi cittadini, lo hanno fatto più volte Rutelli, Veltroni ed Alemanno accompagnati da stuoli di assistenti, assessori, consiglieri e portaborse vari. I risultati di cotante visite non sono stati granché percepibili. I problemi dei cittadini, dal traffico alla cementificazione, dalla penuria e dal malfunzionamento dei servizi in genere al degrado delle aree verdi, sono rimasti com’erano.

Auto Elettrica Sindaco MarinoSta di fatto che il Sindaco ciclista l’ultima tappa della visita l’ha fatta alla Romanina nella nuova e moderna scuola di via Petrocelli. Non è arrivato in bicicletta ma su un’utilitaria senza corte al seguito se non alcuni rappresentanti del Municipio. L’incontro, voluto dalla Presidente Fantino, era con i cittadini e la Comunità Territoriale sull’arcinoto problema della centralità della Romanina. Prima di ascoltare il saluto della direttrice della scuola e la breve e succinta esposizione del coordinatore della Comunità territoriale Maurizio Battisti sulla vexata quaestio (Questione lungamente dibattuta senza che tuttavia si sia giunti a una conclusione, a un accordo) Marino è stato coinvolto, pala alla mano, dai bambini della scuola nella messa a dimora di un virgulto di albero.

Battisti ha esposto con pacatezza il problema che i lettori di questo giornale già conoscono. Una centralità su area privata prevista dal PRG già discutibile perché allocata a 200 m di distanza dalla vera e pubblica centralità di Tor Vergata che ha visto lievitare via via le previsioni edificatorie dai 750.000 mc del 2003 al 1.129.000 mc del PRG approvato fino al tentativo, con il completo stravolgimento del progetto urbano, operato dalla giunta Alemanno di portare la cubatura complessiva a 1.920.000 mc riducendo l’area pubblica dal 60 al 5% e la quota abitativa privata dai circa 240.000 mc a ben 1.280.000 ovvero 4.000 appartamenti in palazzoni di otto piani per una lunghezza di 160 m di fronte arricchiti da tre torri alte 64 m alle pendici di Frascati per cui altro che “Lo vedi ecco Marino…”. 10.700 nuovi residenti dentro un catino senza il previsto prolungamento della metro A sostituito da un tram veloce ma molto più leggero pagato essenzialmente con nuove aree pubbliche rese edificabili da dare al concessionario per il pagamento dell’opera. Insomma nuovo cemento in aggiunta a quello già abbondantemente elargito e nuovo consumo di suolo.

Battisti ha detto chiaramente al sindaco che quel progetto non va. Non è una centralità perché non ci sono funzioni e servizi di livello urbano, non c’è un’infrastruttura trasportistica su ferro adeguata c’è solo una grande speculazione edilizia che non apporterebbe alcun beneficio al già maltrattato tessuto urbanistico circostante. Il coordinatore della Comunità Territoriale ha infine posto al sindaco un problema di fondo che è alla base di tutta la vicenda della centralità: il giusto e comprensibile profitto che il privato ricerca non può sovrapporsi, fino ad annullarlo, l’interesse pubblico.

Marino ha risposto affermando che non solo gli aumenti di cubatura previsti a Romanina ma tutti quelli che la passata giunta Alemanno aveva messo in campo oltre le previsioni del PRG saranno azzerati comprese le nuove aree per l’housing sociale. Inoltre ha annunciato un cambio di strategia urbanistica: non più l’espansione a macchia di leopardo che segue, ha detto testualmente, l’interesse della speculazione fondiaria e non una programmazione con al centro l’interesse pubblico. Questa nuova strategia si chiamerebbe “rigenerazione urbana” fondata, per esempio, sul riuso del patrimonio pubblico come alcune grandi strutture demaniali tra cui le caserme militari.

Marino però ha voluto arricchire il concetto con una dimensione sociale citando Papa Bergoglio che nella mattinata aveva osservato che nel tempo presente la parola “solidarietà” era diventata una sorta di parolaccia. Non ha riportato però l’altro invito fatto dentro casa propria da questo Papa “guevarista” a destinare i conventi liberi non agli alberghi turistici ma all’accoglienza per i poveri e gli immigrati. Forse gli è sembrato troppo estremo. Solidarietà dunque, dice il sindaco, e per ciò che riguarda la questione del profitto ha risposto escludendo che quello derivante dalla speculazione fondiaria sulle aree e dalla rendita possa essere definito equo. Più in generale per ciò che concerne il rapporto delle imprese private con il pubblico ha fatto l’esempio negativo dei lavori della metro C il cui costo è lievitato dal 2008 in modo abnorme (dal miliardo e 600 milioni siamo ai 3 miliardi per arrivare solo a San Giovanni) insieme al prolungamento dei tempi di consegna dell’opera.

“E’ come se voi chiamaste l’idraulico per farvi costruire una doccia – ha detto -. Chiedete due cose: quanto vi costa e quando ve la consegna”. Così deve fare l’amministrazione pubblica con i privati non lasciando le grandi e piccole opere nell’horror vacui dell’indefinito. Per cui ora i lavori della metro C riprenderanno ma dentro un quadro contrattuale ben definito nei costi, nei tempi e anche nei rischi che si assume il privato in corso d’opera.

L’incontro è stato breve ma interessante soprattutto per le modalità volute dalla Presidente Fantino di rapporto diretto fra chi pone un problema e il sindaco che risponde. Si è evitata la solita sfilata di rappresentanti politici e istituzionali che di solito occupa la scena.

La questione di Romanina Marino ha mostrato di conoscerla se non altro perché informatone dal suo assessore all’urbanistica Caudo che è stato a fianco della Comunità territoriale nelle battaglie sostenute negli anni e mesi trascorsi. Tuttavia a nostro parere rimane una questione aperta anche nei termini previsti dal PRG perché essa allude a un problema più generale riguardante il territorio così riassumibile: la fascia verde rimasta, o corridoio ecologico, Romanina-Campo romano-Gregna va salvaguardata oppure la coltre di cemento deve estendersi senza soluzione di continuità come un sudario fino a congiungersi con Frascati? E l’attuale PRG va rivisto o no per indirizzarlo verso la cosiddetta “rigenerazione urbana”?

L’altra osservazione riguarda il rapporto fra amministrazione pubblica e imprenditori privati. Nulla quaestio sulle cose dette in proposito dal Sindaco che in sostanza ha escluso che l’amministrazione pubblica possa essere terza fra interesse pubblico e privato perché la sua missione è proprio quella di salvaguardare e promuovere l’interesse collettivo. Ma per questo occorre che i rappresentanti politici stiano lontani, per esempio, dai finanziamenti elettorali e politici dei costruttori romani. A tale proposito la cena di sottoscrizione che Zingaretti e Marino hanno fatto il 17 luglio 2013 con il gotha di quel mondo non ci rassicura affatto. L’indipendenza per essere reale deve essere anzitutto anche economica. Pre e post elettorale.

Non vorremmo che le legittime ma discutibili elargizioni, tra gli altri costruttori, del proprietario di Romanina a Marino sindaco che non ci consentissero più di vedere Marino paese.

 

tratto da “AbitareRoma.net”