Consorzi opere a scomputo. I comitati chiedono chiarezza a Comune e VII municipio

Novembre 12, 2014 Politica

La Comunità Territoriale interpella il Campidoglio e chiede un’audizione congiunta alle commissioni municipali urbanistica e lavori pubblici. Un’interrogazione del M5s in attesa di risposta

di Aldo Pirone – 29 ottobre 2014. Da “Abitarearoma.net” giornale on line dei Municipi romani
Il Centro sociale anziani di Romanina è uno dei centri più fiorenti del VII municipio. E’ situato dentro il Parco pubblico; circa dieci ettari di verde conquistati nella prima metà degli anni ’80. Sia il Centro sia il Parco hanno bisogno per le loro encomiabili attività di una struttura con tre bagni, di cui uno a norma di handicap, uno spogliatoio con docce, una biblioteca e una sala da adibire ad infermeria.

La necessità è sacrosanta. Serve a migliorare i servizi, il parco e il centro sociale, che sono un punto di riferimento, di appoggio, di svago e di vita per tanta gente della borgata che ha penato tutta la vita per avere nel suo quartiere sorto con l’abusivismo spontaneo negli anni ’50 e ’60 un minimo di standard urbanistici.

La cosa che però non funziona è che la fonte di finanziamento di questa giusta aspirazione dovrebbero essere gli oneri concessori per le opere di urbanizzazione a scomputo del “Consorzio di Lucrezia Romana” sito ad Osteria del Curato.

Come si sa le opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri concessori, per brevità denominate “opere a scomputo”, fanno riferimento alla Legge n. 724 del 23 dicembre 1994 (secondo condono edilizio). In pratica il Comune, successivamente, con deliberazioni ad hoc ha disciplinato la possibilità per i cittadini che avevano costruito abusivamente, di scomputare dagli oneri concessori dovuti al Comune le opere di urbanizzazione già realizzate o ancora da realizzare: fognature e impianti di depurazione locale; rete idrica ed elettrica; strade e illuminazione pubblica; verde pubblico. Di qui la nascita dei Consorzi fra i cittadini interessati che possono, secondo le norme, gestire questi fondi impiegandoli all’interno del perimetro consortile autogestendosi per così dire, almeno sotto il profilo delle opere di urbanizzazione, il proprio territorio.

Inoltre queste opere non devono servire solo a chi le ha realizzate ma, integrandosi con quelle già esistenti o di futura realizzazione, devono essere di pubblica utilità e al servizio di tutta la collettività.

Il punto imprescindibile rimane quello che i soldi vanno spesi all’interno del perimetro consortile o nelle immediate vicinanze. Comunque nell’area urbana e del quartiere su cui insiste l’area del Consorzio. Altrimenti, il Consorzio va oltre le sue facoltà normate d’intervento, fa decadere il suo principio costitutivo e va contro l’interesse legittimo degli associati e del territorio di riferimento.

Ora non si può dire certo che il Consorzio Lucrezia Romana sia adiacente o vicino a Romanina,  mentre è ben dentro il quartiere di Osteria del Curato. Di mezzo, fra l’uno e l’altro, per dire, c’è il GRA.

Come che sia, il Comitato di quartiere Osteria del Curato ha chiesto, unitamente alla Comunità Territoriale, all’Assessore ai Lavori pubblici comunale un incontro per chiarire la questione delle autorizzazioni concesse dall’ufficio comunale apposito, “Attuazione comparti convenzionati nelle aree di recupero opere a scomputo”, facente capo all’ing. Martinelli perché, affermano gli scriventi, “Una tale decisione, assunta peraltro senza alcun accordo con la cittadinanza di Osteria del Curato, né tanto meno con gli aderenti al Consorzio riuniti in regolare assemblea, oltre ad entrare in contrasto con le esigenze di opere di urbanizzazione presenti nel territorio di riferimento del Consorzio, presenta un evidente carattere di illegittimità sotto il profilo normativo, che sarà oggetto di approfondimento, laddove si rendesse necessario, in sedi legali”.

Infine, si chiedeva nella missiva di “affrontare anche più in generale le problematiche relative alle ‘Associazioni Consortili di Recupero Urbano’ che, nel tempo, hanno fatto registrare un completo scollamento di rapporto con la cittadinanza e le esigenze condivise”.

La richiesta risale a oltre un mese fa, il 18 settembre. Da allora c’è stato il più assoluto silenzio.

In Municipio questo silenzio non è stato rotto neanche da un’interrogazione presentata dal M5s che chiedeva a Presidente e assessore competente “se sono a conoscenza dei bilanci aggiornati di questi consorzi, quali progetti sono stati presentati e, tra questi, quali sono stati realizzati e quali sono al vaglio del Dipartimento competente” e inoltre “se hanno mai chiesto al Dipartimento competente i motivi dell’inerzia di alcuni di questi consorzi che pur avendo i fondi nelle loro casse da anni non realizzano opere nei loro territori”. Ai “grillini” si è risposto che in proposito non era ancora giunta alcuna documentazione da parte degli uffici e quindi si destinava ad altra data una risposta esaustiva. Staremo a vedere.

Inoltre la Comunità Territoriale ha anche chiesto ai Presidenti Poli e Cofano un’audizione congiunta delle rispettive commissioni consiliari municipali, urbanistica e lavori pubblici.

Certo è che ormai il mutismo del Comune è diventato assordante anche perché ad autorizzare la realizzazione del manufatto a Romanina da parte del Consorzio “Lucrezia Romana”, è stato proprio l’ufficio “Attuazione comparti convenzionati nelle aree di recupero opere a scomputo”. Cioè l’ufficio che dovrebbe vigilare e controllare sull’impiego regolare nonché oculato delle opere a scomputo.

L’impressione che si ha è che si sia toccato un nervo scoperto. E che sulla questione dei Consorzi per le opere a scomputo, sui fondi a loro disposizione che sono indirettamente di tutta la collettività, su come vengono gestiti e spesi e sotto quali controlli da parte dell’amministrazione pubblica ci sia da fare chiarezza per imboccare una strada più trasparente e condivisa.