Gettoni di presenza e permessi di lavoro retribuiti per partecipare a una commissione speciale aperta nonostante i pareri negativi del Campidoglio. Così 13 consiglieri del VII municipio sono finiti nei guai. La procura della Corte dei Conti chiede loro di restituire 3.811 euro che non avrebbero mai dovuto ricevere. Il pasticcio, nato durante l’era Marino nonostante i pareri negativi del segretariato generale del Comune, vede coinvolti eletti di Pd, Pdl e delle liste Marchini e Marino. I consiglieri che, nonostante esistesse già una commissione dedicata all’Urbanistica, chiesero e votarono l’apertura di un tavolo parallelo sui vecchi Programmi integrati di rigenerazione urbana. Un “inutile doppione” secondo i pm contabili.

E non solo secondo i magistrati. A chiedere la chiusura della commissione speciale, intuendo lo spreco, era stato prima il direttore del municipio dell’Appio-Tuscolano. Poi sul caso, dopo la bocciatura del Campidoglio e dei revisori dell’Oref, a inizio 2015 si era mossa addirittura la presidenza del Consiglio dei ministri. Altra stroncatura, questa volta sulla base di una denuncia dell’allora consigliere 5S Daniele Frongia. A portare le carte all’Ispettorato per la funzione pubblica è stato infatti l’attuale assessore allo Sport della giunta Raggi, al tempo presidente della commissione sulla Spending review del Campidoglio. Una battaglia che si è conclusa con la diffida e la messa in mora del municipio e l’indagine a carico dei consiglieri che votarono per la creazione del tavolo doppione.

Secondo la Corte dei Conti in 13 dovrebbero restuire i 2.211 euro di gettoni di presenza e 1.600 euro, 100 per ognuna delle 16 sedute della commissione, per i costi relativi al personale utilizzato per il funzionamento della struttura. Nella lista, oltre a Ilaria Tredicine, sorella del Giordano condannato per Mafia Capitale, ci sono Fabio Belisario, Stella Caccamo, Domenico Carlone, Antonio Ciancio, Francesco Gugliotta, Cinzia Lancia, Christian Lelli, Federica Lenci, Umberto Matronola, Rocco Stelitano, Ascenzo Villa e Valeria Vitrotti. I diretti interessati, dopo aver ricevuto la nota della procura contabile, si sono detti disposti a saldare il dovuto. Anche per evitare una possibile condanna per danno erariale.