“Piediperterra” a Morena con l’assessore Caudo e la Presidente del Municipio Fantino

Novembre 21, 2013 Senza categoria

Un’affollata passeggiata di cittadini e amministratori organizzata dall’associazione “Carteinregola”. Alla scoperta dei problemi e della storia del quartiere

“Ci sono due modi di fare l’urbanistica: camminando a piedi o con i piedi”. La battuta è dell’assessore Caudo tratta dalle sue ancora caldissime reminiscenze accademiche. Sarà questo il filo conduttore della camminata di circa tre ore che domenica mattina 17 novembre ha visto sciamare per le vie di Morena una carovana di cittadini alla scoperta dei luoghi che dovrebbero essere oggetto di uno dei Programmi di riqualificazione urbanistica (Print) previsti dal PRG. Di questo Print si sta discutendo da alcuni anni ma finora non è decollato nulla di sostanziale.  Visita-Morena-assessore-Caudo-150x150

Organizzatori dell’evento nomato “piediperterra”, ma “sguardo al cielo” ha chiosato qualcuno, è stata l’associazione Carteinregola diretta da una signora di “multiforme ingegno” e di grande energia organizzativa Annamaria Bianchi, in collaborazione con il Cdq di Morena e con la Comunità Territoriale del VII Municipio.

Presenti alla “passeggiatina” di circa 6,5 km in una giornata di sole primaverile la presidente del VII Municipio con delega all’urbanistica Susi Fantino, il vicepresidente e assessore ai trasporti e lavori pubblici Franco Morgia, il presidente della megacommissione municipale urbanistica-ambiente-Ama ecc. Marco Poli, Stella Caccamo presidente commissione commercio-artigianato ecc., Cinzia Lancia presidente della commissione speciale municipale per il regolamento ecc., tutti del PD, e la consigliera M5s Monica Lozzi morenese doc. A fare da conduttore e da colonna sonora della carovana Carlo Infante.
Il dibattito si è svolto tramite un circuito di auricolari che hanno consentito a moltissimi cittadini anche dei quartieri vicini (Campo Romano, Tor di Mezzavia, Vermicino, Osteria del Curato, Gregna) di interloquire con i rappresentanti istituzionali cammin facendo.

Visita-Morena-ciclabileSi inizia con una visita preliminare all’orto scolastico della scuola Anna Magnani dove si ammira il lavoro contadino di insegnanti e scolari che con il riciclo di materiale organico e inorganico prodotto dalla scuola hanno piantato verdure, costruito capanni per gli attrezzi (con le lavagne dismesse), contenitori (con la plastica riciclata) per i rifiuti organici e inorganici, coltivato piantine. Il tutto per l’autoconsumo.

Poi ci si avvia per via Casale Agostinelli mentre Annamaria Bianchi ricorda agli astanti la nascita un anno fa e le finalità di “carteinregola”.
Il primo problema del quartiere in cui ci imbattiamo è quello delle strade prive di marciapiedi, cosiddette “a fisarmonica”, come ci informa dettagliatamente l’ex consigliera municipale Lina Cocciolo, perché si allargano e si restringono continuamente secondo le recinzioni delle case frontiste che, sui lati della via, hanno occupato anche pezzi di strada pubblica. Per cui è un continuo allargarsi e restringersi della carreggiata con parcheggi “privati” che occupano anche gli slarghi.
Si discute del Print che verrà e, in generale, sulla partecipazione dei cittadini alle trasformazioni urbanistiche. Molti camminatori pongono il problema di una partecipazione reale e non fittizia, l’assessore Caudo e la Presidente Fantino sollecitano ed auspicano una partecipazione alta, non basata sulla difesa corporativa e localistica di piccoli interessi e privilegi.
Alcuni rappresentanti della Comunità Territoriale e dei Cdq (Elio Graziani di Osteria del Curato) rispondono che l’esperienza più che decennale – e le lotte – fatta nel territorio si è dipanata proprio mettendo al centro gli interessi generali dei cittadini mentre ci si scontrava con una politica spesso clientelare e quasi sempre volta a tutelare gli interessi corporativi dei forti. Tutti convengono che le Istituzioni in quanto elette dalla generalità dei cittadini hanno il diritto e il dovere di decidere in ultima istanza sulle scelte da fare in materia urbanistica, ma dopo un confronto paziente e serrato con i cittadini. E non è affatto vero che un’idea generale su come dare un assetto a pezzi grandi o piccoli di territorio, è il caso del Print a Morena, spetti solo agli eletti mentre ai cittadini singoli o associati nelle realtà partecipative spetti solo dare suggerimenti particolari. A volte un’idea o proposte generali possono nascere, come è avvenuto nell’ex X Municipio, anche tra i Cdq.

Si arriva alla pista ciclabile del “fosso della patatona”. Opera non finita che ha tombato il fosso. La pista avrebbe dovuto arrivare al Parco degli Acquedotti e di là per Tor Fiscale, la Caffarella e Caracalla fino al Circo Massimo. Per ora arriva solo a via della Stazione di Ciampino. Si svolta a destra e si prosegue su via Casignana e poi in via Pazzano. Siamo a Morena sud fuori del Print, in una zona di vecchia lottizzazione che aspetta l’attuazione del piano particolareggiato 36. A sud si vede dominante i castelli romani la ravvicinata mole di monte Cavo l’antico mon albanus sede del santuario a Giove laziale dei popoli latini. Finora si è passati fra case non molto alte, spesso interrotte da spazi più o meno ampi anche coltivati, lacerti dell’antica origine campagnola della zona. Dentro alcuni giardinetti privati, ci dice Roberto Minotti morenese dell’associazione l’Ellisse, ci sono resti basolati di antiche strade romane. Qui, dopo i fasti della Roma antica, il medioevo è durato a lungo. Morena era agro romano malsano con qualche casale contadino sparso. L’urbanizzazione è cominciata con il primo dopoguerra quando agli ex combattenti reduci dalle trincee della “grande guerra” furono assegnati alcuni terreni di uso civico per coltivarli. Per poi esplodere nel secondo dopoguerra senza un piano urbanistico decente. Solo col Piano particolareggiato derivante dal PRG del ’62 si è cercato di dare alla ex borgata, diventata quartiere di più di 30 mila abitanti, quegli standard urbanistici in cui si potesse intravedere un minimo di città pubblica (servizi) accanto a quella privata. Il futuro Print dovrebbe rimediare a quel tentativo non riuscito. Il lascito medioevale ci viene incontro su via Torre di Morena con la sua torre del XIV secolo che prese il nome a sua volta dal console romano Aulo Terenzio Varrone Murena da cui il toponimo del quartiere. Accanto alla storia antica c’è un bellissimo pezzo di storia moderna con la “casa famiglia” per portatori di handicap in un edificio sequestrato alla mafia. Poco più avanti ci si ferma tutti dal “Mago del pane”, una vecchia panetteria, sempre aperta, che negli anni passati fu anche un luogo dove gli abitanti s’incontravano e socializzavano. Ci offre pizza calda che, essendo mezzogiorno suonato, serve a calmare i primi morsi della fame. Intanto tra i marciatori si ragiona e si riflette sulla contraddizione più grande e fondativa del quartiere: la debolezza per non dire l’assenza della città pubblica rispetto a quella privata, prevalente e trabordante, con le sue strade irregolari prive di marciapiedi, con i pali della luce piantati in mezzo alla strada, con strade di collegamento intraquartiere interrotte, con servizi insufficienti, con un traffico allucinante. Perché a Morena, come dice Ascanio Celestini qui residente, ci si muove per sicurezza con l’auto privata, se non si vuole correre il rischio di essere investiti. Carlo Infante a proposito di città pubblica ci ricorda come buon esempio l’Altamura di Federico II con i suoi “claustri”, piazzette che erano pensate per incontrarsi fra famiglie vicine e socializzare.

Si arriva al campo di calcio privato dominato da un’antenna di telefonia mobile mostruosa. In questo campo si allenavano agli inizi degli anni ’70 i ragazzi del “Morena calcio” per poi disputare le partite nel campo regolamentare di via Selinunte all’Ina Casa. Il football ha costruito negli anni un pezzo dell’identità umana del quartiere, così come la scuola aperta al territorio con le sue multiformi iniziative e attività culturali. Per cui si sente nelle parole appassionate di Lina Cocciolo come in quelle di Roberto Minotti o di Claudio Evangelisti insieme all’amore per il loro quartiere l’orgoglio delle battaglie condotte per migliorarlo che li fa sentire pienamente morenesi.

L’ultima tappa, sotto un sole diventato battente, è alla vasta area agricola di Gregna il grande polmone verde di Morena e degli altri quartieri confinanti. Qui i morenesi vorrebbero la creazione di un parco agricolo-didattico collegato alle scuole del quartiere. Lo sguardo spazia fino al GRA mentre verso est si intravede l’area ancora libera di Campo romano e più in là s’immagina quella di Romanina, 250 ettari circa di campagna romana. Un corridoio ecologico che il PRG prevede di tombare con quasi 1.700.000 mc. di cemento. Con un impatto ecologico e ambientale a nostro parere devastante. Al coordinatore della Comunità Territoriale Maurizio Battisti spetta riassumere il senso delle battaglie partecipative comunitarie condotte in questi anni contro la speculazione edilizia, per la riqualificazione dei quartieri, per le infrastrutture di trasporto pubblico, per la salvaguardia dei Parchi ecc. Infine passando per l’orto di un casale di un ultimo contadino rimasto si torna davanti al punto di partenza: la scuola Anna Magnani. Qui grande fotografia di gruppo.

L’iniziativa è stata un successo. L’organizzatrice è raggiante. L’elaborazione del Print ne trarrà giovamento. Perché alla fine la grande risorsa di Morena sono i suoi abitanti.

Le foto all’interno dell’articolo sono state scattate da Valeria Scilatti e sono state tratte dal sito dell’associazione Carte in Regola.