Terreni Astra8 e Anagnina1

Giugno 30, 2014 PoliticaUrbanistica

Due vicende infinite…

Il comune di Frascati ha annunciato di costituirsi parte civile nella vicenda denominata Astra 8. Una storia ancora tutta da chiarire, dove dunque l’amministrazione ribadisce la propria linea, ossia quella di sentirsi parte lesa nella vicenda che ha già visto finire agli arresti domiciliari un dirigente e un funzionario di Palazzo Marconi. L’eventuale rinvio a giudizio verrà deciso, a meno di ulteriori rinvii, durante l’udienza fissata presso il Tribunale di Velletri per il 3 luglio.

«La Giunta – si legge in una nota dell’amministrazione comunale – ha deciso che, qualora l’esito dell’udienza dovesse disporre il rinvio a giudizio degli imputati, verrà adottata la delibera di autorizzazione alla costituzione di parte civile».
Dunque il Gip dovrà decidere se accogliere la richiesta del pubblico ministero Giuseppe Travaglini, che dopo una lunga indagine del Gruppo Carabinieri di Frascati, ha presentato richiesta di rinvio a giudizio per l’ex dirigente del Comune di Frascati Renato Bonomo e per l’imprenditore romano Ettore Rosboch.Entrambi sono accusati del reato di “abuso di ufficio”, punito con la reclusione da uno a tre anni. Bonomo è accusato anche del reato di “falso ideologico in atto pubblico”, la cui pena può arrivare fino a dieci anni di reclusione.La vendita dei terreni appartenenti al Comune di Frascati ma ricadenti nel Comune di Roma è finita in tribunale dopo gli esposti alla Corte dei Conti di alcuni consiglieri comunali di minoranza.

Si tratta di 34 ettari sulla via Tuscolana, dietro l’American Express, di grande valore commerciale (per i periti del Tribunale almeno 88 milioni di euro). L’assegnazione nel 2008, seconda giunta Posa, per “soli” 38 milioni di euro (in 60 rate annuali) era stata effettuata alla società consortile”Astra Otto” rappresentata dal 67enne Ettore Rosboch, fratellastro e socio del defunto principe Carlo Caracciolo, la cui famiglia è vicina al gruppo editoriale L’espresso-Repubblica.
Secondo le accuse della Procura di Velletri, l’atto «concessorio» tra il Comune di Frascati e la Astra Otto Scarl sarebbe nullo perché approvato in violazione di legge. Una vicenda lunga più di dieci anni, i cui nodi stanno venendo ora al pettine e che rischia di mettere a dura prova la tenuta della maggioranza di centrosinistra in questo ultimo anno.

L’altra vicenda di Anagnina 1 parte nel lontano 2001, quando il consiglio comunale di Frascati delibera la vendita dei terreni al comune di Roma per una somma di poco superiore a 13 miliardi di lire (per l’esattezza 13.085.478.000 di lire pari a euro 6.758.085,39) sulla base di una perizia stilata dal perito demaniale, il geometra Romolo Campagna. Passano molti anni e il terreno viene effettivamente venduto solo nel 2010 al prezzo rivalutato secondo l’indice Istat di 7.932.187,18 euro. Il terreno viene venduto al Comune di Roma, ma il prezzo viene pagato da ventiquattro tra imprese e cooperative alle quali il Comune di Roma si impegna a cederlo successivamente. In consiglio comunale fioccano interrogazioni sulla vicenda che finisce nella aule del tribunale di Velletri. Subito vengono nominati due ingegneri come periti del giudice i quali contestano il prezzo al quale è stato ceduto il terreno che, a loro giudizio, vale molto di più. Cominciano le indagini, l’acquisizione degli atti in procura, le perquisizioni e il triste epilogo del sequestro dei terreni. Nel dettaglio i periti del tribunale hanno stimato il valore del terreno in 18.729.347,00 euro, ipotizzando un ammanco per le casse comunali di quasi undici milioni. Ma sono andati oltre e, pur ipotizzando corretta la stima del 2001, ritengono sbagliata, per un banale errore di calcolo, la rivalutazione Istat che avrebbe dovuto portare ad un prezzo di euro 8.893.640,37 anziché 7.932.187,18. E così, nella migliore delle ipotesi l’ammanco sarebbe pari ad euro 961.453,19, quasi un milione di euro.